domenica 27 luglio 2008

L'autobus dei ricordi

L'altro giorno a Napoli ho assisitito ad una scena devo dire da film romanticissimo e tornando a Roma con il treno ci ho un pò pensato molto.... Napoli Polissipo ore 13 il sole splende in una giornata calda di primavera inoltrata, il mare calmo e i gabbiani che volano, arriva il 140 che mi porta alla stazione di Napoli mergellina, sono le 13.30 ( ), entro, l'autobus pieno la gente accalcata e accalorata, tutti si fanno gli affari loro... io pure... guardo fuori alla ricerca di non sò che cosa. Dopo poche fermate con un autobus strapieno che nn c'era nemmeno lo spazio per girarti entrano un gruppo di ragazzini che avevano marinato la scuola, i loro comportamenti sono euforici di quelli che sanno di averla fatta grossa e che che nessuno li ha sgamati e tornano a casa con il trofeo tutto infantile di avere fregato il loro microsistema:genitori, scuola,amici interrogati... alla fine la gionata era troppo bella per passarla sui banchi, un filoncino ci sta tutta. I ragazzini si dimenano, come al loro solito, e l'autobus continua a riempirsi, così nn lo avevo mai visto,inceredibile... Butto lo sguardo tra la folla inferocita e sfastidiata: c'è una vecchietta truccata e agghindata perfettamente (spilla, borsetta, bastone) come era solito fare una volta quando le signore uscivano, c'è un signore molto distinto che legge il giornale alla ricerca di qualcosa di diverso da quello che già sà, una signora direi appariscente che parla con un'altra di suo pari con voce molto alta, in dialetto stretto, nn ci capisco nulla e poi ci sono loro.... loro chi?...i ragazzini...o meglio due, un ragazzino e una ragazzina, li ho notati subito appena sono saliti, erano rannicchiati in un angolino della fermata, si distinguevano dal resto della truppa, erano uniti direi più precisamente azzeccati, e continuavano ad esserlo anche nell'autobus: fuori dell'autobus per scelta, dentro per necessità, l'autobus era sempre più pieno. Li ho guardati per un attimo erano vicino a me, si guardavano occhi negli occhi, le loro pupille erano lucide nn di pianti, di tristezza o di solitudine, ma di gioia quella che hai qnd sei innammorato e vedi lo specchio della tua anima davanti a te e ti ci riconosci, Mano nella mano in una, e nell'altra, Lei lo accarezzava piano sul volto sembrava una donna vera in un corpo troppo piccolo per contenerla, lo guardava con occhi estasiati ma severi cercando di fargli capire che lui era suo e di nessun altra, Lui un aveva gli occhi del pesce appena pescato, persi nel vuoto o meglio del viso di lei, con un sorriso perenne sul volto, un misto di soddisfazione e consapevolezza che lei è quella giusta che con lei tutto sarà più facile, che la vita scenderà meglio che potrà divertirsi con lei e parlare di ogni cosa stupida o intelligente, L Lui sà chi è Lei, ed è contento che ora Lei sia lì con una mano nella sua e l'altra sul suo volto, Lui pensa che belle le sua mani e come stanno bene sui miei zigomi pare che le abbiano fatte apposta per stare lì, si incastrano perfettamente, Lei pensa, e chi lo avrebbe mai detto che sarebbe stato così l'amore quello vero e poi guardatelo come è tenero fà finta di guardare altrove e invece guarda me e si imbarazza qnd lo guardo pure io, allora farò finta di nn accorgemene, ma come faccio, e così carino non riesco anon guardarlo e poi le sue mani come sono calde e il suo viso è così morbido starei ore a sfiorarlo... come sono felice. La gente inizia a scendere arrivano le fermate più gettonate: il lungomare, la stazione, e loro lì fermi, immobili, nessuno poteva rompere quel momento, nessuno poteva spezzare quegli sguardi radicati nell'anima, niente poteva allontanarli, farli staccare, loro erano uniti dalla colla dell'amore e nn esiste soluzione quella nn la stacca nessuno. La gente inizia a scendere a sgomitare, l'autobus è piccolo e la gente tantissima e fà caldo, la signora agghindata deve scendere, deve scendere ora, e per farlo tutto il versante est del'autobus deve rompere quell'equilibrio di spalla-spalla finalmente e con difficoltà raggiunto, la donna appariscente ha caldo inizia a sudare e si sventola con un volantino, il refriggerio le da la forza di alzare ancora di più la voce, l'uomo che leggeva il giornale si è stancato, nn ci riesce troppa confusione, fà caldo, e poi il giornale è troppo grosso e lo spazio troppo poco, i due, invece, Lei e Lui, sono ancora lì, fermi, granitici, come se tutto del vociferare, il caldo, la ressa a loro nn interessasse, e già... loro hanno altro di cui preoccuparsi, le lancette dei loro orologi si sono fermate a quando si sono incontrati e da quel momento non esiste più nulla: la scuola, mamma, papà, gli amici, le cose che si facevano tutti i giorni abitudianariamente, dal quel giorno è tutto cambiato ci sono solo loro e basta, i baci, le carezze, le mani nelle mani, le uscite, le passeggiate, gli sguardi e pare che del mondo nn gli ne possa importare nulla, e così è, infatti, nn si spostano, anche se occupano poco spazio, e io devo scendere, sono arrivato, li guiardo per l'ultima volta, senza essere troppo indiscreto, nn mi sognerei mai di interromperli e scendo letteralmnete mi tuffo sul marciapiede getto uno sgurdo verso mare che è ancora calmo, e il sole che ancora brilla come prima, anzi più di prima, e penso... e loro...loro che rimarranno sempre lì sull'autobus rannicchiati in un angolino a godersi la loro giovane età e a sperare nell'amore che ora finalmente possono capire, possono vivere, possono toccare, rimangono lì i loro occhi lucidi, le loro mani, gli sguardi appassionati, le labbra umide di baci, le carezze e le fantasie dette e non dette, ferme, indifferenti a tutto ciò che li circonda e dunque esterni, senza tempo direi qusi metafisici, immateriali, e io?....bè io ho caldo e fretta che il treno parte ed è tardi, penso che l'autobus è sempre in ritardo, che la signora agghindata mi ha buttato il bastone sul piede e nn mi ha nemmeno chiesto scusa, penso che solo un fesso può leggersi il giornale nell'autobus oggi, che certa gente proprio nn sà comportarsi che grida e si veste male, ma è tardissimo il treno parte basta pensare ora bisogna camminare e sbrigarsi, e ora ho anche fame....

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