domenica 27 luglio 2008

Ricordo pensieri confusi

Dove sei, la voce del mare mi sussurra parole dolci profumate di ricordi e di speranze, dove sei, io sono qui ad aspettarti, faccio cerchi nella sabbia, il sole batte, un gabbiano urla la sua voglia di volare, dove sei, i capelli biondi, gli occhi chiari arrossati dalla salsedine, la pelle abbronzata, liscia, dove sei, il tuo profumo, il vestito a fiori e le scarpe con il tacco basso, dove sei, il tuo sorriso e denti imperfetti, le tue guance piene, dove sei, le tue mani, le unghia corte e le dita morbide, dove sei, le tue risate, le urla, le chiacchierate, dove sei, il tuo seno, i tuoi fianchi morbidi, la tua bocca rosa, i baci dolci, dove sei, le litigate, la pace, le mani nelle mani, le passeggiate, gli abbracci, le sberle, dove sei, tua mamma incavolata, i libri tra le mani, il fermaglio nei capelli, il golfino rosso, dove sei, la vespa, la pizza, il vento nei capelli, i portone di casa tua, la tua finestra, la casa al mare, dove sei, fare l’amore, ridere e scherzare sui nostri difetti, le sigarette, dormire svegliarmi nel tuo sorriso, buongiorno a te dove sei, i tuoi anellini e le collanine, le mutandine rosa, la borsa di pelle dove sei, la nostra canzone, le lacrime i pensieri, le ansie, dove sei, il panino con la mortadella, il cremino, il caffè e le mele, dove sei, io sono qui non mi vedi eppure sei lì eccoti io ti vedo e ti sento, sei sempre la solita, ti piace parlare e urli sempre un po’ perché credi che così la gente ti senta meglio, smetti di gesticolare, lo hai fatto sempre, mi piaceva quando lo facevi, eri fiera e decisa sembrava che volessi imporre le tue idee, ma perché non mi vedi, sono io, non mi riconosci, ti metto una mano tra i capelli sono rimasti quelli di una volta lisci e morbidi, ti ricordi come ti piaceva quando ti sfioravo il viso e ti cascava una lacrima e io la raccoglievo, perché ora piangi io qui, andiamo non fare la timida lo so che vuoi abbracciarmi, lo hai sempre fatto, noi parlavamo con gli abbracci, tu stringevi sempre forte, dai perché non lo fai anche ora, sono qui, che stai aspettando mi guardi con i soliti occhi, luccicano sono felici ma un po’ malinconici, mi guardano, mi scrutano, cercano di dirmi qualcosa, ma io non capisco, perché, eppure io li ho sempre capiti, fin dal primo giorno quando ci siamo incontrati, gli sguardi, di più i miei devo dire, ma poi anche tu hai capito, e il tuo sorriso, ti ricordi la battuta del gelato, che sciocco potevo trovarne un’altra, se vuoi te la ridico magari sorridi ancora, ma perché non mi senti, perché non sorridi, eppure è la stessa cretinata, come sei bella da vicino, era un po’ che non ti guardavo così, sai da lontano non è la stessa cosa, di te si perdono i dettagli e tu ne hai molti, ma perché non mi guardi, e come se non esistessi eppure non puoi esserti già dimenticata di me, dicevi che le facce non si dimenticano mai perché ognuna è diversa dalle altre, ed ora perché non sai chi sono, il mio viso lo hai guardato bene, quante volte mi sono addormentato sulle tue gambe con te che mi guardavi con i tuoi solito sorrisino mezzo abbozzato che ritrovavo appena sveglio immutato e compiaciuto, ed ora non mi riconosci più ma perché, e dai sono io i capelli ricci quelli che intrecciavi, la barbetta che ti pungeva e ti faceva il solletico, gli occhi verdi e tristi come dicevi tu quando mi fissavi, quelli da pesce, ma possibile che non ti ricordi più, le uscite in bici, la neve, il mare e le scottature, i bar costosi e quelli sporchi, ma quanti caffè abbiamo preso insieme, pago io, si ma solo sta volta, la prossima faccio io, non c’ho una lira, e pure io, è un periodaccio, questo te lo ricordi i conti alla romana, e l’albergo con il lettone che faceva casino che non potevamo muoverci, la buona notte del portiere evidentemente ironica, quella si e dai i abbiamo riso un’estate intera, non ti ricordi più, di me di te di noi delle nostre cose, e non mi vedi non mi senti e come se io non ci fossi, un’entità trasparente ed assente che volteggia intorno a te, ma io ci sono ho la sensazione di me, allora sei tu che non ci sei, che non esisti, soffio di vento, pensiero svanito, ricordo sfumato sei tu che sento ma non percepisco che vedo ma non inquadro, che vivo ma che non godo, e allora perché ricordo tutto questo, perché mi è tutto chiaro nitido, come questo mare, la sabbia e il gabbiano, che sento avrebbe un ricordo ciò che non è mai esistito, e il vento d’estate caldo e la brezza del mare il suo sapore, continua ad accarezzare e i miei pensieri che sfuggono, cercano un’altra meta un altro luogo dove andarsi a posare, arriva il tramonto, è bello, sempre uguale, il sole stanco si nasconde, i miei occhi fanno un giro intorno, c’è solo acqua, sabbia e nuvole, morbide, sottili e tu sei ancora lì muta e immobile non sorridi più, non parli più, ho paura, il mio cuore che prima scandiva un battito tranquillo e rilassato ora urla ansia e sgomento, non una lacrima ma solo angoscia e timore, tremo vorrei proteggermi ma non posso sono troppo scoperto, tu rimani ferma come se tutto ciò che sta accadendo nemmeno ti sfiorasse, immune a tutto perfino al tempo, mi sento morire, aiutami, non vedi che sto male, la notte è scesa e tutto appare offuscato, innaturale, diverso, e tu dove sei ora, non ti vedo più, non posso cercarti, non ce la faccio, sono immobilizzato, non ti sento più, ma ci sei, potresti almeno farti sentire, farmi capire se sei lontana o vicino, mi sento solo e abbandonato a me stesso e non ho la forza di reagire ed allora mi abbandono, la paura è troppa ma ci si abitua, mi lascio andare, le mie vene pompano sangue solo per mantenermi in vita ancora per un po’giusto il tempo per non capire, per non comprendere, non vedo più, non sento più, tutto è immerso nel nero più buio, nella notte tutto è asettico e monotono, somigliante perché costante, uguale a sé stesso, perfino i miei pensieri tacciono.

Deviazioni

Marcello è un ragazzo intelligente, all’università è stato in gamba, ha un sacco di interessi: la pittura, le fotografie, la musica, la poesia, la letteratura. Gli piace sognare e lo fà spesso, secondo i suoi amici troppo, e non sta mai con i piedi per terra. Ha un sacco di idee, sogni e progetti per la testa e vorrebbe realizzarli e si impegna molto per ciò avvenga. E’ andato via di casa appena maggiorenne, ha imparato a cucinare e ora gli riesce così bene che si diverte, ha capito come fare una lavatrice e i rischi che si corrono con i capi colorati, odia stirare e infatti lo fà poco solo se necessario,insomma ha imparato, a sue spese, a badare a se stesso e ora la sua scorza è forte e resistente. Tutto questo ha avuto un prezzo molto salato che lui ha dovuto pagare, la solitudine, il vedere rompere le sue amicizie di lunga data, perdere quel minimo di dialogo che con fatica era riuscito a costruire con i suoi genitori, l’unica donna che lo ha amato è fuggita via perché con lui è troppo difficile stare insieme: troppi impegni, la lontananza, la vita complicata che lo logora dentro e che lo rende spesso insensibile ai sentimenti. Marcello è un ragazzo che soffre, è impotente di fronte agli eventi della vita, vorrebbe metterci un freno, rimediare, ma oramai la valanga è partita e lui sa bene che in questi casi l’unica cosa da fare è ripararsi. Claudia, viceversa, non è una ragazza come tante, è bellissima, lo è sempre stata fin da piccola, con l’adolescenza è diventata donna, unendo al suo aspetto estetico prorompente, una femminilità condita di charme ed eleganza che l’hanno resa ancora più irresistibile. Ha la passione per la danza, la faceva da quando era bambina: i trofei, i sorrisi, le gioie sono il paese da dove proviene e ne porta sul suo viso la testimonianza, ha un sorriso stupendo fatto di piaceri, di soddisfazioni, di voglia di vivere. Ha un sacco di amici che le vogliono bene perché lei se ne fà volere molto, è sempre disponibile, gentile e poi vuole bene senza sconti o limitazioni e questa parte di lei alle persone cui vuol bene piace. Lei ha avuto apparentemente tutto dalla vita: non ha mai dovuto impegnarsi più tanto negli studi, i suoi sono molto ricchi, ha avuto sempre tutti i ragazzi che ha voluto senza faticare tanto, il suo sorriso, come dicevo, è irresistibile, ha la stima di tutti e vive la sua vita con tranquillità. E’ felice, e traspare questa gioia in ogni cosa che fà, e gli altri la notano, la percepiscono e dunque non possono che starle vicino per assorbire i suoi flussi positivi. La sua però non è una vita così facile anche lei ha sofferto ha dovuto patire il pregiudizio della sua bellezza e certo come tutti si è accontentata, ma lei non lo lascia a vedere, ci tiene a dare di sé un’immagine positiva. Marcello è single, ha avuto tante donne, alcune di queste lo hanno amato alla follia, altre si sono solo divertite, e lui lo sa ma non se ne dispiace, alla fine si è divertito anche lui, non ne ha mai amata una lui, e non perché non ne fosse in grado ma perché nessuna era quella che lui avrebbe voluto, in ognuna mancava qualcosa e con dispiacere è dovuto sempre fuggire. Ha preso molte batoste ma si è rialzato sempre, nessuna lo ha mai scalfito più di tanto, e ora è solo stramaledettamente solo, si chiede perché si sia verificato tutto ciò, e capisce che la vita è come andare sulle giostre: hai un tuo turno, e ora il turno è passato. Lui crede nell’amore, ci crede ancora, anche se lo vede come irrealizzabile. Claudia, invece, è fidanzata, il suo è un ragazzo ideale. E’ bello, e con lei fanno una coppia che non passa inosservata, è un ragazzo intelligente e sensibile un po’ banale ma lei le vuole un gran bene. Stanno insieme da una vita, Claudia, nonstante i suoi corteggiatori numerosi, non ha mai fatto la spola tra un ragazzo e un altro per lei l’amore è sicurezza e stabilità, e l’ha trovata, finalmente, e questo contribuisce a renderla ancora più felice e soddisfatta. La vita di Marcello è letteralmente un casino. Non sta in nessun luogo di preciso, fà i chilometri per i suoi impegni, è sregolato, disordinato, cerca di fare una vita normale ma proprio non gli riesce, lui lo sa che la sua vita sarà sempre “sopra le righe” ed ormai si è rassegnato che così sarà anche nel futuro. La vita di Claudia è perfetta, un lavoro che le piace, la danza, il fidanzato, tutto è regolare:le sue giornate trascorrono felici con una consequenzialità costante che a lei piace molto. Marcello una sera torna a casa da uno dei suoi tanti viaggi, è solo a casa, come sempre, e decide di accendere il computer per scrivere, sulla chat dove lui è iscritto da tempo, un intervento sul suo blog, adora scrivere, gli viene facile, si sfoga e si sente meglio. Questa volta però è diverso ha visto e percepito qualcosa di diverso e di meraviglioso, ha capito cosa pretenderebbe dall’amore e vuole comunicarlo a tutti o meglio ne ha un estremo bisogno. Scrive tutto e subito, dunque, e pubblica immediatamente. Claudia torna a casa dei suoi, le solite cose, il lavoro, la danza, il fidanzato, quella quotidianità che ali tanto piace, sta sera però è diversa dal solito qualcosa in lei non và non c’è la fa ad essere la solita, le manca qualcosa o forse qualcosa si è rotto nella sua costruzione della vita, non lo sa nemmeno lei, vorrebbe capire, si sente strana. Non ha nulla da fare, accende il computer, da poco si è iscritta in una chat, così per perdere qualche minuto ogni tanto nelle pause sul lavoro, per vedere come reagisce la gente alle sue foto, lei lo sa che tanto piaceranno. Marcello aspetta che qualcuno commenti il suo blog. Claudia legge il titolo di un blog, pensa che titolo strano, la curiosità è donna e inizia a leggere, le piace la dialettica del suo autore, scende bene il suo interevento è fluido, senza intoppi, semplice ma soprattutto quello che trova scritto le fà venire in mente sensazioni di quando lei era piccola, cose che vorrebbe ci fossero ancora, che il suo lui faceva e che ora non fa più, si rattrista pensando a quei momenti, ha la consapevolezza che sono rimasti chiusi in uno spazio temporale limitato e non più raggiungibili, è però felice nello stesso tempo lei li ha vissuti ne sente ancora il ricordo e vorrebbe ancora riprovarli certo con lui che è il grande amore della sua vita, ma lei è una ragazza che spera sempre è un’ottimista e sa bene che prima o poi quelle cose ritorneranno. Marcello è lì ancora ad aspettare, mangia qualcosa nel frattempo, lui le cose che ha scritto non le ha mai provate veramente, però le ha sempre percepite negli altri, sta volta però lo ha colpito troppo quella scena, il suo cuore buio e arrugginito di colpo si è illuminato scoprendo delle stanze meravigliose, piene di tenerezza, dolcezza, sensibilità. E’ soddisfatto di quello che ha scritto, non gli era mai capitato, è riuscito finalmente a concretizzare nel suo complesso ragionamento cosa vuole, era tutto così facile, anzi facilissimo: vuole essere amato e sentirsi amato di nuovo, ma non come le altre volte, questa volta veramente e anche lui è pronto, forse come non mai. Claudia continua a leggere le è piaciuto l’intevento di Marcello ha pianto dalla nostalgia e ora ha voglia di sapere chi è lui che ha saputo descrivere quel momento così bene, è curiosa. Apre il suo profilo, un casino pieno di foto alla rinfusa, pensa: “sarà uno di quelli che passano la vita davanti al computer, che cercano con due foto in bianco e nero di atteggiarsi ad intellettuale, e poi per far cosa per fare colpo su qualcuna, ma dove, in chat? Povero illuso l’amore virtuale non esiste, pensa, sarò io diffidente, ma certe cose proprio non le condivido”. Lo guarda nelle foto, non le piace, non è brutto e che diciamo… non è bello, o almeno non è bello come lui che ha sempre desiderato e che ora ha tutto per se. Ma la curiosità è tanta… si ricorda: “certo, è lui quello che ha commentato le foto del mio book con le solite frasi fatte, che tristezza”. Decide comunque di commentare il blog di Marcello, alla fine quelle righe qualcosa le hanno trasmesso anzi sente dentro di sé qualcosa di strano, che si è insinuato in quella rottura dei soliti equilibri, non riesce a capire, e poi lui lo ha colpita: come ha fatto a descrivere così quelle sensazioni? decide quindi di commentare. Marcello è intento a rispondere, il suo intervento è piaciuto, e lui è felice, tutti gli raccontano la loro storia personale, d’un tratto arriva il commento di Claudia, per lui è solo un numero che appare sullo schermo fino a quando non lo apre. E’ lei, caspita è lei, “le è piaciuto” pensa, e sa anche scrivere e pensare che lui credeva che fosse una delle solite “sciocchine” che mettono le “fotine” per attendere i “commentini”. E’ bello quello che lei ha scritto a lui è piaciuto molto, soprattutto la genuinità, la semplicità, la spontaneità delle sue parole e poi lo ha colpito la sua dolcezza e pensa: “da una così come lei non me lo sarei mai immaginato, di solito quelle come lei sono attente ad altro”, certo non a quello che lui ha scritto. Decide di rispondere, riflette:”ci vuole una risposta secca che le possa piacere con la quale possa fare colpo”, lei a lui piace molto e vuole farci una bella figura. Spara una cretinata, però. Claudia legge il commento e si fa due risate e pensa tutto sommato non è poi così male: è sensibile, dolce, se vuole, simpatico e poi lui lo incuriosisce molto, lei ha sempre voluto una persona speciale e l’ha trovata, ma mai come avrebbe voluto lei. Fà un altro commento. Marcello riceve e pensa: “e vai l’ho acchiappata che culo ora devo cercare di tenermela ora risponderò con un qualcosa di effetto”. Spara un'altra cretinata. Claudia, dall’altro lato della rete, si fa un’altra risata, è bello parlare con lui loconosco da poco ma è come se lo avessi sempre conosciuto, le sembra strano tutto questo, alla fine lui è soltanto una fotografia e un paio di messaggi idioti, ma lei lo sente vicino più di quanto non lo siano molti nella sua vita, ma il tutto è troppo strano per essere vero. E’ tardi i due si danno la buona notte e vanno a dormire. I giorni seguenti Marcello e Claudia, si cercano, chiacchierano con naturalezza come se stessero l’uno di fronte all’altro, come dei vecchi amici. D’improvviso però qualcosa si rompe. A Marcello Claudia piace tantissimo non la conosce ancora bene ma le piace, è bellissima ma non è tanto quello è il tutto e in così poco tempo e decide perciò di farle la fatidica domanda “sei fidanzata?” lei risponde “yes”, il mondo crolla in testa a Marcello, ma non per la risposta, lui lo sapeva, era impossibile che una ragazza così potesse essere libera, quelle come lei sono i frutti più ambiti , ma perché quella luce che d’improvviso si era rispecchiata nel suo cuore svanisce e si infiltrano di nuovo quelle ombre che ritornano a coprire tutto. Marcello chiude le conversazioni, e spiega a Claudia con una certa difficoltà il perché vuole dimenticarla e Claudia, a suo malincuore, accetta la scelta di Marcello, anche se le dispiace, pensa “che peccato mi trovavo così bene con lui, era divertente parlargli e poi si poteva dire tutto, con lui mi sentivo libera” come non mai, nello stesso tempo però pensa: “ma che sto dicendo, ma chi lo conosce, e la mia vita? le persone che mi vogliono bene? il mio fidanzato?”. Per un attimo le sue certezze, le sue convinzioni, gli appigli di una vita mancano, così come la terra sotto ai suoi piedi, la continuità della sua esistenza per un istante, e solo per un istante, è stata deviata dalla via maestra. Claudia ha paura e decide che la cosa giusta da fare è quella di dimenticarsi. Marcello l’ha persa di nuovo e chissà se mai la ritroverà, cancella tutto di lei, i messaggi e i commenti e decide di dimenticare. Lui è bravo a mettersi tutto alle spalle ha sofferto così tanto che oramai ha perso la speranza della felicità e poi lo sapeva che non poteva aspirare a tanto e torna alla sua vita incasinata. Claudia anche lei torna alla sua routine, che a lei piace tanto, il momento strano è passato e così anche quelle sensazioni nuove ma nello stesso tempo vecchie perché sempre sperate, idealizzate, più che vissute. I giorni passano, le loro vite ritornano sulle loro strade abbandonate solo per un attimo, come sempre, quella deviazione era solo passeggera, tutto ritorna sempre uguale come è stato, come è, e come sarà.

L'autobus dei ricordi

L'altro giorno a Napoli ho assisitito ad una scena devo dire da film romanticissimo e tornando a Roma con il treno ci ho un pò pensato molto.... Napoli Polissipo ore 13 il sole splende in una giornata calda di primavera inoltrata, il mare calmo e i gabbiani che volano, arriva il 140 che mi porta alla stazione di Napoli mergellina, sono le 13.30 ( ), entro, l'autobus pieno la gente accalcata e accalorata, tutti si fanno gli affari loro... io pure... guardo fuori alla ricerca di non sò che cosa. Dopo poche fermate con un autobus strapieno che nn c'era nemmeno lo spazio per girarti entrano un gruppo di ragazzini che avevano marinato la scuola, i loro comportamenti sono euforici di quelli che sanno di averla fatta grossa e che che nessuno li ha sgamati e tornano a casa con il trofeo tutto infantile di avere fregato il loro microsistema:genitori, scuola,amici interrogati... alla fine la gionata era troppo bella per passarla sui banchi, un filoncino ci sta tutta. I ragazzini si dimenano, come al loro solito, e l'autobus continua a riempirsi, così nn lo avevo mai visto,inceredibile... Butto lo sguardo tra la folla inferocita e sfastidiata: c'è una vecchietta truccata e agghindata perfettamente (spilla, borsetta, bastone) come era solito fare una volta quando le signore uscivano, c'è un signore molto distinto che legge il giornale alla ricerca di qualcosa di diverso da quello che già sà, una signora direi appariscente che parla con un'altra di suo pari con voce molto alta, in dialetto stretto, nn ci capisco nulla e poi ci sono loro.... loro chi?...i ragazzini...o meglio due, un ragazzino e una ragazzina, li ho notati subito appena sono saliti, erano rannicchiati in un angolino della fermata, si distinguevano dal resto della truppa, erano uniti direi più precisamente azzeccati, e continuavano ad esserlo anche nell'autobus: fuori dell'autobus per scelta, dentro per necessità, l'autobus era sempre più pieno. Li ho guardati per un attimo erano vicino a me, si guardavano occhi negli occhi, le loro pupille erano lucide nn di pianti, di tristezza o di solitudine, ma di gioia quella che hai qnd sei innammorato e vedi lo specchio della tua anima davanti a te e ti ci riconosci, Mano nella mano in una, e nell'altra, Lei lo accarezzava piano sul volto sembrava una donna vera in un corpo troppo piccolo per contenerla, lo guardava con occhi estasiati ma severi cercando di fargli capire che lui era suo e di nessun altra, Lui un aveva gli occhi del pesce appena pescato, persi nel vuoto o meglio del viso di lei, con un sorriso perenne sul volto, un misto di soddisfazione e consapevolezza che lei è quella giusta che con lei tutto sarà più facile, che la vita scenderà meglio che potrà divertirsi con lei e parlare di ogni cosa stupida o intelligente, L Lui sà chi è Lei, ed è contento che ora Lei sia lì con una mano nella sua e l'altra sul suo volto, Lui pensa che belle le sua mani e come stanno bene sui miei zigomi pare che le abbiano fatte apposta per stare lì, si incastrano perfettamente, Lei pensa, e chi lo avrebbe mai detto che sarebbe stato così l'amore quello vero e poi guardatelo come è tenero fà finta di guardare altrove e invece guarda me e si imbarazza qnd lo guardo pure io, allora farò finta di nn accorgemene, ma come faccio, e così carino non riesco anon guardarlo e poi le sue mani come sono calde e il suo viso è così morbido starei ore a sfiorarlo... come sono felice. La gente inizia a scendere arrivano le fermate più gettonate: il lungomare, la stazione, e loro lì fermi, immobili, nessuno poteva rompere quel momento, nessuno poteva spezzare quegli sguardi radicati nell'anima, niente poteva allontanarli, farli staccare, loro erano uniti dalla colla dell'amore e nn esiste soluzione quella nn la stacca nessuno. La gente inizia a scendere a sgomitare, l'autobus è piccolo e la gente tantissima e fà caldo, la signora agghindata deve scendere, deve scendere ora, e per farlo tutto il versante est del'autobus deve rompere quell'equilibrio di spalla-spalla finalmente e con difficoltà raggiunto, la donna appariscente ha caldo inizia a sudare e si sventola con un volantino, il refriggerio le da la forza di alzare ancora di più la voce, l'uomo che leggeva il giornale si è stancato, nn ci riesce troppa confusione, fà caldo, e poi il giornale è troppo grosso e lo spazio troppo poco, i due, invece, Lei e Lui, sono ancora lì, fermi, granitici, come se tutto del vociferare, il caldo, la ressa a loro nn interessasse, e già... loro hanno altro di cui preoccuparsi, le lancette dei loro orologi si sono fermate a quando si sono incontrati e da quel momento non esiste più nulla: la scuola, mamma, papà, gli amici, le cose che si facevano tutti i giorni abitudianariamente, dal quel giorno è tutto cambiato ci sono solo loro e basta, i baci, le carezze, le mani nelle mani, le uscite, le passeggiate, gli sguardi e pare che del mondo nn gli ne possa importare nulla, e così è, infatti, nn si spostano, anche se occupano poco spazio, e io devo scendere, sono arrivato, li guiardo per l'ultima volta, senza essere troppo indiscreto, nn mi sognerei mai di interromperli e scendo letteralmnete mi tuffo sul marciapiede getto uno sgurdo verso mare che è ancora calmo, e il sole che ancora brilla come prima, anzi più di prima, e penso... e loro...loro che rimarranno sempre lì sull'autobus rannicchiati in un angolino a godersi la loro giovane età e a sperare nell'amore che ora finalmente possono capire, possono vivere, possono toccare, rimangono lì i loro occhi lucidi, le loro mani, gli sguardi appassionati, le labbra umide di baci, le carezze e le fantasie dette e non dette, ferme, indifferenti a tutto ciò che li circonda e dunque esterni, senza tempo direi qusi metafisici, immateriali, e io?....bè io ho caldo e fretta che il treno parte ed è tardi, penso che l'autobus è sempre in ritardo, che la signora agghindata mi ha buttato il bastone sul piede e nn mi ha nemmeno chiesto scusa, penso che solo un fesso può leggersi il giornale nell'autobus oggi, che certa gente proprio nn sà comportarsi che grida e si veste male, ma è tardissimo il treno parte basta pensare ora bisogna camminare e sbrigarsi, e ora ho anche fame....